Voglio condividere con queste queste scritte da Luca Galfrè durante il lockdown causato dal Covid-19 a Primavera 2020.
All’epoca Luca era uno dei gestori del Rifugio Paraloup e un giorno ha inviato un messaggio audio a I Due Vagamondi con queste bellissime parole, una lettera aperta che racconta il suo amore per la montagna e le sue emozioni durante quei giorni di isolamento.
In un passaggio della sua lettera, che puoi ascoltare per intero qui, Luca descrive in maniera suggestiva e molto reale cosa sia “la montagna”, un concetto che per noi gente di città è piuttosto astratto e dai contorni indefiniti. Tutto ciò mi ha ricordato un frase che Paolo Cognetti ha messo in bocca a uno dei protagonisti del suo “Le Otto montagne”: «siete voi di città che la chiamate natura. È così astratta nella vostra testa che è astratto pure il nome. Noi qui diciamo bosco, pascolo, torrente, roccia, cose che uno può indicare con il dito. Cose che si possono usare. Se non si possono usare, un nome non glielo diamo perché non serve a niente.»
Ma ora ti lascio alle belle parole di Luca.
«La montagna non ha mai regalato a nessuno una vita facile ed i montanari questo lo sanno bene. La montagna si è svuotata negli anni per la ricerca delle comodità. La montagna è stata abbandonata e la natura è stata l’unica ad accoglierla a braccia aperte. La montagna è vita dura, ma vita semplice ed appagante. La montagna per chi la vive ti insegna fin da subito a lasciare il superfluo. La montagna ti insegna a prenderti il tuo tempo. La montagna ti fa capire quando fermarsi, come sta facendo ora l’Italia. La montagna è Amore o odio. La montagna è concretezza, non parole al vento. La montagna è solitudine, ma quella solitudine sana che ci riavvicina al mondo e ci fa comprendere tante cose. La montagna è la gente che la vive ogni giorno. Montanari spesso rudi e orsi ma con il cuore grande. La montagna è coraggio per chi ha deciso di viverci, per quei pazzi che provano a lavorarci e per chi ci fa una famiglia. La montagna è soddisfazione, caparbietà. Abitata da gente dalla testa dura che crede in quello che fa. La montagna è madre, cresce i suoi abitanti facendogli sognare la vita comoda ma che è pronta ad accoglierli quando decidono di ritornare a casa. La montagna è sforzo come chi decide di non farla morire mantenendo un’attività. La montagna è rifugio da una vita che ha preso un ritmo insostenibile. La montagna è un amico che ti prende per mano e ti aiuta. La montagna ora più che mai mi aiuta a riflettere: “nell’epoca dei rapporti virtuali e della frenesia, io montanaro forestiero credo di essere fortunato. La montagna mi ha insegnato tanto, stare da soli ora non diventa un peso insostenibile. Vivere isolato è normalità. Lasciare il superfluo è insito in me. Quando tutto passerà ricordiamoci di quello che ci ha insegnato questo momento. Il sentiero è ripido, faremo fatica, vorremo abbandonare, ci chiederemo perché… ma dentro di Noi sappiamo che il panorama dalla cima sarà stupendo e che in quel momento tutto quello che è stato prima sarà un ricordo.»